Legami famigliari e una passione in comune per divertirsi nel teatro del rally
Ampezzo, 6 luglio 2017_ Sarà poi vero che lo sport unisce, come sosteneva Nelson Mandela, che appoggiò l’impresa degli Springbok nella coppa del mondo di rugby 1995 come elemento formidabile di riconciliazione dopo l’apartheid? Certo quando si scende sul piano delle tifoserie il discorso cambia e scatena a volte degli scontri micidiali. Ma nel microcosmo rallystico ci piace osservare altre dinamiche, in generale tante rivalità rombanti ma leali, e non rari incroci famigliari nell’abitacolo. Come i sei equipaggi con lo stesso cognome al via del Carnia 2017, animati da una sana voglia di divertimento e semplici ambizioni di classifica.
Blasutto Giovanni e Luciano (Peugeot 106, N2). Guida il figlio con le insegne di Sport & Joy, prima volta al Carnia. “Di solito corro con Michael Visintini – due gare in tutto, praticamente ancora un debuttante – ma per questo rally non è disponibile e così ho optato per papà che vanta trent’anni di esperienza”. Ecco, bravo. Si va sull’usato sicuro, anche perché il genitore spiega: “Io qui ne avrò fatti almeno una decina, lui ha tutto da imparare. L’obiettivo è divertirsi, poi magari ci riesce di vincere qualcosa”.
Salgaro Siro e Nicolò (Renault Clio Rs, N3). Gerarchia delle fonti, guida il padre e naviga il figlio, che racconta: “Lui è alla quarta gara e ha cominciato due anni fa. Per noi è la prima volta ad Ampezzo ed è una gara “lontana” perché abitiamo a Vestenanova in provincia di Verona. La macchina è del team e scuderia alla quale siamo iscritti, PR2 Sport. Il nostro programma è solo fare km e passare un bel weekend nella splendida cornice delle Alpi Carniche”.
Bortolaso Giovanni e Alessandro (Renault Clio Williams, A7). “Gemelli diversi”, da Schio in provincia di Vicenza. “L’auto è della modenese Teknocar di Sassuolo – spiega il fratello sul sedile di destra -. Siamo fermi da quasi 4 anni, quindi per noi è importante arrivare visto che abbiamo un bel po’ di ruggine da toglierci. Prima volta al Carnia, anche se abbiamo fatto due volte il Majano ed amiamo le prove friulane”.
Castellan Mauro e Alessio (Peugeot 106, A6). Padre e figlia di Valvasone, macchina di proprietà, assieme da quest’anno nell’abitacolo. “Babbo corre da sei lustri, io sono all’inizio di un percorso. Ho esordito a 16 anni al volante in formula driver, un gran divertimento formativo, ho sperimentato anche le salite. Adesso provo qualche gara da navigatrice per poi magari riuscire a mettermi al volante. Siamo al Carnia senza stress, solo per puro godimento”.
Zinutti Carlo e Arianna (Peugeot 106, A6). Padre e figlia di Suttrio, macchina di proprietà. “Non sono di primo pelo al Carnia, invece per Arianna è tutto nuovo – sottolinea il pater familias – e vogliamo passare un fine settimana di svago a quattroruote per provare emozioni ruggenti, piccole grandi cose che ci restino nel cuore”.
Gressani Silvio e Fabio (Peugeot 106 Kit, A5). “Cugini di primo grado, cresciuti come fratelli fin dall’infanzia” ci tiene a precisare Fabio. Identica passione per l’arte del traverso, esordio nel 2011, poi la decisione di acquistare una delle Peugeot 106 Gruppo A ex Andreucci e Medeghini, tanto per gradire. “Evoluzione a kit car curata personalmente da Silvio e io, che ho fatto un’esperienza come conduttore nel trofeo Peugeot R2, mi rimetto al suo fianco per un Carnia da protagonisti, sperando sia una delle nostre migliori prestazioni assieme in assoluto”.